Calamari, barche e invenzioni zoomorfe

di | 25 Giugno 2015

Spesso gli inventori attingono a soluzioni estetiche e funzionali già presenti in Natura, la quale ha già risolto con grande fantasia svariate necessità, tra i tanti esempi più o meno conosciuti troviamo l’idrogetto, o meglio il totano. Questo cefalopode dall’aspetto di extra-terrestre è un felice esempio di Ingeneria Idrodinamica, esemplari della lunghezza di poche decine di centimentri raggiungono velocità di punta di venti nodi, coprendo in branchi, distanze abissali nell’arco delle 24 ore. Specie giganti di questi creature alimentano da secoli la fantasia di lupi di mare e scrittori che si tramandano storie di mostri marini con occhi di fuoco e code lunghe sette miglia, in grado di mangiare due uomini con un solo boccone.

Illustrazione del becco chitinico di un Calamarus Colossus

Becco chitinoso di calamaro colossale (Mesonychoteuthis hamiltoni)

Oltre alle sezioni cilindriche tipiche dei sottomarini d’assalto e apprezzabili sopratutto impanate e fritte, questi strani animali affidano la propria propulsione a due pinne e ad un getto d’acqua, composto da un sifone interno e dal becco chitinoso. Nell’illustrazione soprastante “Beccalmar” del disegnatore Citron è possibile notare la somiglianza tra il becco direzionabile e il sistema ad augello e deflettore usati come strumento di manovra per i sistemi water pump.

World fastest jet sky- 315 hp

Belassi B3R 315 hp, world fastest runabout

L’idrogetto nautico appunto, inventato nel 1931 da Secondo Campini (lo stesso inventore degli aerei jet) e commercializzato in Nuova Zelanda da Sir Hamilton, che ha trovato poi larga diffusione per moto d’acqua, sprintboat (vedi sotto), tender, yacht, e imbarcazioni da lavoro grazie alle molte qualità come per esempio il pescaggio ridotto, la possibilità di spiaggiare l’imbarcazione e la mancanza di timone ed elica in realtà questa è interna all’imbarcazione (impeller).

Motore e idrogetto senza invertitore

Motore FNM con idrogetto

Configurazione questa dagli ingombri ridottissimi e nei modelli più piccoli resa ancora più compatta e di aspetto quasi automobilistico, dall’assenza di invertitore.

Differenze propulsive
Courtesy file, Alamarin Jet-OY

A fronte di un prezzo di acquisto leggermente più caro del fuoribordo, il quale va comprato a parte e quindi non figura tra i costi, tra i molti vantaggi degli idrogetti possiamo annoverare:

  • Affidabilità, sia per la qualità costruttiva che per la forma incassata
  • Assenza di parti in movimento (elica) esterne alla carena, quindi maggior sicurezza per immersioni, sci d’acqua ecc.
  • Intervalli di manutenzione ridottissimi rispetto ad altri tipi di trasmissione (si tratta di oggetti da lavoro)
  • Possibilità di spiaggiare l’imbarcazione al pari di un fuoribordo
  • Ottimizzato per le alte velocità di utilizzo e imbarcazioni plananti
  • Manovrabilità senza paragoni
  • Facilità di installazione grazie a maschere prestampate in GRP o in lega (per barche in alluminio)

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